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VISITA CARDIOLOGICA

La visita cardiologica è una visita specialistica finalizzata a produrre una diagnosi relativa a un eventuale problema di natura cardiologica, che riguarda cioè il cuore.
In genere essa si completa sempre con un elettrocardiogramma (ECG), in quanto ci sono malattie cardiache molto pericolose, che possono essere silenti alla visita, ma manifeste all’elettrocardiogramma.
Con una scrupolosa visita cardiologica ed un ECG si possono svelare fino all’80% delle malattie cardiovascolari.

 

A COSA SERVE LA VISITA CARDIOLOGICA?

La visita cardiologica viene consigliata nei casi in cui il paziente denunci sintomi quali dolore toracico, respirazione faticosa (dispnea) a riposo o sotto sforzo, svenimento (la cosiddetta “sincope”), giramenti di capo, palpitazioni o riduzione della forza in generale.
La visita cardiologica ha inoltre un’importanza fondamentale per quanto riguarda le diagnosi e le cure relative alle principali patologie del cuore tra cui sono ricomprese:

  • l’ipertensione arteriosa,
  • le cardiomiopatie,
  • la cardiopatia ischemica,
  • lo scompenso cardiaco,
  • la valvulopatia mitralica e la valvulopatia aortica (malattie che riguardano le valvole cardiache).

Alla visita cardiologica devono sottoporsi con cadenza regolare i pazienti portatori di protesi valvolari.

Durata dell’esame:
In genere la visita cardiologica ha una durata di circa 15 minuti.

Preparazione all’esame;
L’esame non ha bisogno di alcuna preparazione.

 

ELETTROCARDIOGRAMMA

L’elettrocardiogramma è un esame diagnostico ambulatoriale che
consente di registrare e visualizzare graficamente l’attività elettrica del cuore. Attraverso il monitoraggio dell’attività di pompaggio del sangue che il cuore esegue mediante contrazioni e rilasciamenti è possibile individuare l’eventuale presenza di una malattia cardiaca o di un disturbo del ritmo (aritmia).
Questo esame può essere eseguito a riposo, mentre il paziente è supino sul lettino, o sotto sforzo, mentre il paziente cammina su un tapis roulant o pedala su una cyclette (elettrocardiogramma da sforzo).

A COSA SERVE L’ ECG?

È l’esame con cui si valutano le variazioni elettriche che si verificano durante l’attività cardiaca. Serve per vedere se il cuore è sofferente e se il ritmo cardiaco è regolare oppure no. Le informazioni che fornisce, infatti, permettono di identificare
• i disturbi del ritmo cardiaco (aritmie),
• la propagazione dell’impulso elettrico che provoca la depolarizzazione delle fibre muscolari del cuore (turbe della conduzione)
• lo stato del muscolo cardiaco e le alterazioni del cuore provocate da malattie delle coronarie (ischemia), dalle altre malattie che colpiscono il cuore o che coinvolgono il cuore (ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, pericardite, ecc.).
La lettura dell’ECG consente ai clinici di determinare il modo con cui si diffonde lo stimolo del cuore, lo stato del sistema di fibre che diffonde lo stimolo a tutto il muscolo cardiaco, e le condizioni del miocardio in esame.

QUANDO SI EFFETTUA L’ ECG?

L’elettrocardiogramma viene quasi sempre eseguito nel contesto della visita cardiologica. Tale esame serve infatti a mettere in evidenza le malattie sospettate durante la visita oppure passate inosservate, silenti e diagnosticate per caso.
Mediante l’ECG è possibile valutare:

  • la frequenza cardiaca e la sua regolarità;
  • la presenza di ingrandimenti del cuore in toto o di alcune sue parti;
  • la comparsa di sofferenza ischemica (angina) di zone del cuore o la loro morte (infarto);
  • livelli scarsi o eccessivi nel sangue di sostanze fondamentali per i nostri processi vitali;
  • l’origine di disturbi quali la palpitazione o la fugace perdita di conoscenza.

Le malattie cardiache nelle quali l’ECG è determinante dal punto di vista diagnostico sono:

  • cardiopatia ischemica nelle sue varie forme cliniche,
  • infarto miocardico
  • angina pectoris
  • aritmie
  • disturbi di conduzione
  • malattie delle valvole cardiache
  • scompenso cardiaco

L’elettrocardiogramma serve quindi ad evidenziare la presenza di sofferenza coronarica sia negli stati acuti, come l’infarto in cui le alterazioni del tracciato ECG sono abitualmente più clamorose e precise, sia negli stati cronici in cui si hanno modificazioni elettrocardiografiche significative che permettono, al cardiologo, di precisare la diagnosi e orientare la terapia. Inoltre l’ECG permette di valutare lo stato del muscolo cardiaco in corso di svariate malattie (arteriosclerosi, ipertensione arteriosa, anemia, malattie della tiroide, diabete, ecc.), in conseguenza a squilibri elettrolitici o a intossicazioni farmacologiche.
In conclusione: l’ECG è prezioso per la diagnosi di infarto (in atto o pregresso), di ischemia, di ingrandimento delle camere del cuore, di ispessimento delle pareti miocardiche, di aritmie, di pericarditi, di squilibri salini, metabolici o endocrini.

Durata dell’esame:
La durata dell’elettrocardiogramma è di circa 5-10 minuti.

Preparazione all’esame:
L’esame non ha bisogno di alcuna preparazione.

 

ECOCOLORDOPPLER CARDIACO

L’ecocolorDoppler cardiaco (ecocardiogramma con colorDoppler) è un esame che si avvale dell’impiego degli ultrasuoni per visualizzare l’anatomia del cuore e la sua funzione. Tale indagine diagnostica è in grado di fornire, con l’ausilio della funzione color Doppler, informazioni sulla sua contrattilità, sulla sua compliance, sulla morfologia delle valvole cardiache e sul flusso del sangue all’interno delle cavità. E’ una metodica indolore, non invasiva, che non provoca irradiazioni: gli ultrasuoni infatti sono completamente innocui per cui l’esame può essere eseguito più volte su qualunque paziente ed anche nelle donne in gravidanza. Le informazioni che si ottengono con questo esame sono numerose e del tutto complementari a quelle che si acquisiscono con l’elettrocardiogramma e con la visita cardiologia.

Ecocolor-doppler-cardiaco

QUANDO SI ESEGUE L’ ECOCARDIOGRAMMA?

Le indicazioni all’esecuzione dell’ecocolordoppler cardiaco si stanno estendendo notevolmente perché questo esame fornisce preziose informazioni sia sulle strutture cardiache che sulla loro funzione. Gran parte delle patologie cardiache ed internistiche quali diabete ed ipertensione trovano infatti indicazione all’ecocardiogramma con color Doppler, in particolar modo le malattie valvolari e parietali del cuore come la cardiopatia ischemica.
L’ecocolor-Doppler cardiaco è in particolare indicato per:

  • valutare qualitativamente e quantitativamente le malattie delle valvole cardiache (steno-insufficienza delle valvole cardiache o in caso di prolasso mitralico);
  • valutare il movimento delle pareti cardiache e le sue anomalie (cardiopatia ischemica in caso di ipocinesie o discinesie);
  • valutare le cardiopatie congenite;
  • valutare la morfologia dell’aorta toracica;
  • diagnosticare lo scompenso cardiaco;
  • diagnosticare la cardiomiopatia dilatativa;
  • valutare il danno miocardico in malattie ad elevato interesse sociale ed a notevole incidenza della popolazione: ipertensione arteriosa, infarto del miocardio, diabete.
  • monitorare gli esiti di un intervento operatorio correttivo nelle cardiopatie congenite o acquisite,
  • valutare la funzione delle protesi valvolari (misurazione semiquantitativa di gradienti transprotesici e di eventuali ricurgiti periprotesici);
  • diagnosticare tutte le malattie cardiache in gravidanza con possibilità anche di diagnosi intrauterina  di gravi cardiopatie congenite fetali.

Durata dell’esame:
La durata dell’esame è di circa 10-15 minuti

Preparazione all’esame:
L’esame non necessita di alcuna preparazione. 

VISITA ARITMOLOGICA

Si tratta di un consulto specialistico, eseguito da un aritmologo (cardiologo specializzato in aritmologia), in cui si valutano pazienti con aritmie di particolare impegno diagnostico e terapeutico. Il consulto inizia con l’anamnesi (raccolta dei dati clinici, inclusi i farmaci assunti), poi l’aritmologo visita il paziente ed esegue l’elettrocardiograma. Al termine l’Aritmologo valuterà eventuali accertamenti e la terapia da eseguire. Si consiglia di portare in visione i referti degli esami del sangue in particolare i valori INR.

CONTROLLO ELETTRONICO DEL PACEMAKER E DEL DEFIBRILLATORE AUTOMATICO 

Il controllo elettronico del pacemaker o del defibrillatore automatico é un esame eseguito in ambulatorio o al letto del paziente per controllare il funzionamento del sistema impiantato nei pazienti portatori di pacemaker o defibrillatore automatico. Il controllo avviene periodicamente, di solito una o due volte all’anno. Controlli aggiuntivi vengono eseguiti quando si sospetta un malfunzionamento del sistema o a seguito di interventi del defibrillatore automatico.

COME SI ESEGUE L’ESAME?

Attraverso una sonda esterna posizionata sul torace del paziente e collegata ad un computer, é possibile “interrogare” l’apparecchio impiantato e scaricare i dati immagazzinati nella sua memoria. In questo modo si valutano lo “stato di salute” dell’apparecchio (la carica della batteria, i parametri elettrici, ecc) ed i dati clinici del paziente (quanto l’apparecchio funziona o, nel caso del defibrillatore, se vi sono stati interventi per interrompere aritmie, ecc.).

A COSA SERVE L’ESAME?

La sorveglianza del sistema impiantato permette di individuare sia il corretto momento durante il quale eseguire la sostituzione del generatore che la presenza di possibili malfunzionamenti che, in alcuni casi, possono essere corretti mediante una riprogrammazione elettronica. Il controllo elettronico, inoltre, fornisce anche dati utili per migliorare la gestione clinica del paziente.

ELETTROCARDIOGRAMMA AD ALTA RISOLUZIONE CON REGISTRAZIONE DEI POTENZIALI TARDIVI (SAECG)

L’ ECG ad alta risoluzione con registrazione dei potenziali tardivi (SAECG) consiste in una particolare registrazione elettrocardiografica effettuata con un dispositivo specificamente predisposto che registra 300 o più battiti consecutivi (per circa 30 minuti) ed analizza con particolari amplificazioni e filtri l’attività cardiaca alla ricerca di potenziali tardivi.
Tale metodica è utilizzata al fine di rilevare un’attività elettrica anormale nel muscolo cardiaco, soprattutto in corrispondenza dei ventricoli, nota come Potenziali Tardivi Ventricolari (PTV). I potenziali tardivi ventricolari sono segnali elettrici ad alta frequenza e di bassa ampiezza, generalmente invisibili all’elettrocardiogramma standard, ma che possono essere rilevati grazie a tecniche di amplificazione del segnale elettrocardiografico. La presenza di potenziali tardivi sul tracciato indica l’esistenza, nei ventricoli, di una zona nella quale la conduzione elettrica è rallentata. Questa ricerca individua i pazienti suscettibili di sviluppare gravi disturbi del ritmo ventricolare, specialmente in seguito a un infarto del miocardio, ed esposti a un alto rischio di morte improvvisa. L’esame, come l’elettrocardiografia, è indolore, privo di effetti secondari e non richiede il ricovero ospedaliero.

Durata dell’esame:
La durata dell’esame è di circa 30 minuti.

Preparazione all’esame:
L’esame non necessita di alcuna preparazione.

ECOCOLORDOPPLER TRANSCRANICO CON BUBBLE TEST

L’ecocolordoppler transcranico con Bubble test, chiamato anche test delle microbolle, è un esame minimamente invasivo utilizzato per diagnosticare alcune anomalie cardiache, in particolare il Forame Ovale Pervio (PFO) ovvero un difetto interatriale congenito che consiste in un’apertura presente sul setto interatriale.

L’Ecocolordoppler transcranico con Bubble test rappresenta l’esame di riferimento nella diagnosi del Forame Ovale Pervio, in quanto consente di valutare in pochi minuti se c’è passaggio di sangue tra atrio destro e atrio sinistro.

La Pervietà del Forame Ovale è un’anomalia piuttosto comune: si stima che il 20-25% della popolazione abbia un forellino nel cuore senza saperlo e che può rimanere nascosto per anni.
Grazie all’ecocolordoppler transcranico con Bubble test è possibile individuare la presenza di questa anomalia cardiaca.
In condizioni normali il PFO non causa problemi a meno che la pressione nell’atrio destro non aumenti a causa di forte tosse, di sforzi in corso di vomito, di ipertensione polmonare o anche in corso di immersioni subacquee con conseguente forte aumento di pressione. Se la pressione nell’atrio destro supera quella dell’atrio sinistro può determinare un passaggio di sangue da destra a sinistra tramite il forellino.
Il PFO diventa particolarmente rischioso se il paziente presenta patologie cardiache o neurologiche pregresse, che possono determinare la formazione di trombi nel sistema venoso. Questi trombi se passano nel sistema arterioso attraverso la PFO possono provocare la cosiddetta embolia paradossa.
Ictus giovanili e attacchi ischemici transitori in assenza di fattori di rischio vascolare possono essere dovuti al Forame Ovale Pervio.

 

QUANDO SI EFFETTUA L’ECOCOLORDOPPLER TRANSCRANICO CON BUBBLE TEST?

L’Ecocolordoppler transcranico con Bubble test è indicato in diverse categorie di pazienti:

  • portatori di uno o più fattori di rischio vascolare di età inferiore ai 45 anni;
  • portatori di fattori protrombogeni congeniti (iperomocisteinemia, antitrombina III, anticorpi antifosfolipidi, etc);
  • soggetti con anamnesi positiva per ictus giovanile criptogenetico;
  • soggetti con emicrania con aura;
  • episodi di sordità improvvisa mono e bilaterale e vertigini centrali;
  • trombosi arteriosa retinica in assenza di arteriopatia carotidea significativa;
  • sindrome delle apnee notturne e broncopneumopatia cronica ostruttiva;
  • episodio di amnesia globale transitoria;
  • anamnesi di flebopatie ricorrenti;
  • recente frattura di ossa lunghe;
  • subacquei.

 

COME SI SVOLGE IL BUBBLE TEST?

Il Bubble test consiste in una semplice ecografia effettuata sui vasi arteriosi cerebrali durante la quale viene infusa da una vena superficiale del braccio una soluzione composta da 9 cc di soluzione fisiologica e 1 cc di aria. Queste sostanze vengono rapidamente mescolate in modo da creare piccolissime bolle che non creano alcuna interferenza nell’organismo.
In caso di Forame Ovale Pervio queste microbolle saranno evidenziate sotto forma di MES (Segnali microembolici) a livello delle arterie intracraniche..
L’esame dura circa 20 minuti, non presenta effetti collaterali, consente una diagnosi istantanea e permette di quantificare, in base alla presenza dei segnali microembolici, l’entità del difetto interatriale.

NORME DI PREPARAZIONE ALL’ESAME

Non richiede alcuna preparazione per il paziente e permette di tornare alle proprie attività subito dopo l’esecuzione.

 

 

 

ELETTROCARDIOGRAMMA DA SFORZO (TEST ERGOMETRICO)

L’elettrocardiogramma da sforzo (noto anche come test ergometrico o prova da sforzo) è un test strumentale che consiste sostanzialmente nel sottoporre un soggetto a un elettrocardiogramma durante lo svolgimento di uno sforzo fisico, in condizioni, quindi, nettamente diverse da quelle in cui si esegue un elettrocardiogramma basale, test che viene effettuato quando il soggetto è in condizioni di riposo e senza che questi abbia eseguito uno sforzo precedentemente.
L’ECG da sforzo valuta la risposta dell’apparato cardiovascolare all’attività fisica soprattutto per quanto concerne la frequenza cardiaca, le variazioni della pressione arteriosa ed eventuali modificazioni del tracciato elettrocardiografico. Si deve infatti considerare che durante l’esecuzione di uno sforzo di una certa entità si verifica un aumento delle richieste di lavoro dell’organo cardiaco e l’esecuzione del test può registrare la presenza di alterazioni che in condizioni di riposo potrebbero non manifestarsi.

test-da-sforzo

COME SI ESEGUE IL TEST ERGOMETRICO?

In prima battuta, dopo l’applicazione degli appositi elettrodi sul torace e sul dorso, si procede con l’esecuzione di un elettrocardiogramma basale dopodiché il soggetto che si sottopone al test inizia ad utilizzare il cicloergometro oppure un tappeto rotante (treadmill). Lo sforzo deve avere carattere di progressività e ciò viene reso possibile aumentando la resistenza dei pedali (prova sul cicloergometro) oppure incrementando la velocità del treadmill.
Il carico iniziale è piuttosto basso e viene aumentato in modo progressivo fino a quando il soggetto non raggiunge una determinata soglia di frequenza cardiaca, soglia che viene stabilità dal medico che sovraintende al test in base al sesso e all’età del soggetto. È sempre il medico che sceglie l’entità dello sforzo e la velocità di incremento dello stesso sia basandosi sulle caratteristiche cliniche del soggetto testato sia su protocolli standardizzati.
Durante l’esecuzione dell’ECG, il medico controlla in modo costante l’attività cardiaca sia osservando il tracciato elettrocardiografico sia misurando, con una certa regolarità, i livelli della pressione arteriosa. Ovviamente, nel corso dell’esame, il medico chiede al soggetto di riferire la presenza di eventuali problemi o disturbi (sensazione di debolezza, dolore al torace, capogiri, mancanza di fiato ecc.).
La prova da sforzo ha una durata di circa 20-25 minuti e deve essere effettuata in ambienti che possano garantire al soggetto una pronta assistenza nel caso si verifichino inconvenienti di qualsiasi genere. La prova comunque può essere interrotta in ogni momento sia su richiesta del soggetto esaminato sia se il medico lo ritiene opportuno in base a quanto sta rilevando.

A COSA SERVE L’ ECG DA SFORZO?

Il test da sforzo (o test ergometrico) consente di valutare la funzionalità del cuore di un paziente. Rispetto all’ECG basale, questo metodo offre maggiori informazioni sullo stato di salute del cuore perché ne aumenta il lavoro, evidenziando così eventuali patologie non riscontrabili a riposo. Infatti sottoponendo a sforzo il cuore vengono ‘slatentizzati’ i difetti che non sono visibili in condizioni di riposo. Per esempio ci possono essere alterazioni nelle arterie coronarie che non determinano problemi di flusso sanguigno per il cuore in condizioni basali ma che si rivelano critiche quando il cuore richiede maggior apporto di ossigeno come avviene sotto sforzo, durante lo stress o in concomitanza con forti emozioni e con l’accelerazione del ritmo cardiaco. Registrando un ECG in condizioni ‘critiche’ (rappresentate dallo sforzo) si evidenziano alterazioni del tracciato che orientano il cardiologo nella diagnosi delle malattie cardiache. Questa tecnica, attraverso le modificazioni dell’elettrocardiogramma, della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, non solo consente di porre diagnosi di ischemia inducibile da sforzo, ma anche di individuare il livello di sforzo a cui compare il dolore (soglia d’angor) o l’ischemia ecografica (soglia ischemica), l’eventuale compromissione funzionale ventricolare (ipotensione da sforzo), l’interessamento ischemico del sistema di conduzione, la comparsa di aritmie o l’efficacia della terapia antiischemica. Così in un paziente reduce da infarto, il test ergometrico permette di stabilire se ci siano regioni del cuore sofferenti (male irrorate, con cellule miocardiche attive o morte), di trarre indicazioni sul futuro (prognosi) e orientare provvedimenti terapeutici (sia per scegliere la cura più idonea per quel soggetto, sia per dargli indicazioni per l’attività fisica più efficace nella riabilitazione).
L’ECG da sforzo fornisce quindi informazioni per la valutazione:

  • del rischio coronarico in pazienti con dolore toracico sospetto;
  • del rischio coronarico in pazienti con coronaropatia nota;
  • dell’estensione e della gravità delle lesioni coronariche;
  • del grado di efficienza fisica e del rischio coronarico in pazienti con pregresso infarto miocardico da inviare per riabilitazione cardiovascolare;
  • dell’efficienza fisica e del grado di allenamento del soggetto;
  • del grado di pericolosità delle aritmie e dei disturbi di conduzione (blocchi);
  • del rischio cardiaco in pazienti con prolasso della valvola mitrale, cardiopatie congenite, cardiomiopatie primitive (dilatativa) o secondarie;
  • dell’efficacia terapeutica di farmaci in particolari condizioni patologiche (ipertensione arteriosa).

 

QUANDO SI ESEGUE IL TEST ERGOMETRICO?

Il test da sforzo si effettua dietro indicazione dello specialista cardiologo che intende approfondire lo studio del cuore nei casi in cui l’ECG di base è dubbio o insufficiente a spiegare i sintomi riferiti dal paziente.
Dopo un infarto il test viene eseguito 2 o 3 settimane dopo l’evento acuto (talora anche più precocemente) per avere le informazioni necessarie ad indirizzare la condotta terapeutica in modo più adeguato. Generalmente se ne effettua un altro dopo 3-6 mesi, per valutare i risultati della riabilitazione che è abitualmente conclusa.
Anche in condizioni normali si può effettuare un test da sforzo, così per esempio nel corso delle valutazioni cliniche di un atleta.

A CHE INTERVALLI DI TEMPO VA ESEGUITO IL TEST ERGOMETRICO?

Nei pazienti che non hanno segni di cardiopatia ischemica, e nei quali l’esame ha un valore di indagine preventiva, il test può essere eseguito ogni 2-3 anni.
In pazienti che sono in terapia per la malattia coronarica è opportuno valutare la efficacia del trattamento con un test annuale.

Durata dell’esame:
La durata dell’esame è di circa 20-25 minuti.

Preparazione all’esame:
Presentarsi adeguatamente preparati con:

  • Abbigliamento comodo (es. tuta da ginnastica)
  • Scarpe da ginnastica o comunque scarpe comode
  • Si ricorda di portare sempre con sé al momento dell’esame tutti gli esami eseguiti in precedenza e correlati alla patologia.

Se necessario, il personale provvederà ad una parziale depilazione del petto per permettere la corretta esecuzione del test. È importante affrontare il test avendo assunto un pasto leggero.

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ECOSTRESS FISICO

 

L’Ecostress fisico, chiamato anche ecocardiogramma da stress fisico o ecocardiogramma da sforzo o ancora Eco(color)dopplergrafia cardiaca a riposo e dopo prova fisica, è un esame in cui il paziente svolge un esercizio fisico al letto-ergometro, durante l’esecuzione di un ecocardiogramma transtoracico.

Tale esame è un’evoluzione del test da sforzo tradizionale e presenta un’accuratezza maggiore in quanto consente di effettuare un monitoraggio del cuore durante lo sforzo sia elettrocardiografico che ecografico, permettendo la valutazione sia della meccanica ventricolare che dei profili flussimetrici valvolari. 

 

A COSA SERVE L’ECOCARDIOGRAMMA DA SFORZO?

Con l’ecocardiogramma da stress fisico è possibile riconoscere e localizzare anomalie del movimento e dell’ispessimento delle pareti del ventricolo sinistro. Quando le coronarie (le arterie che irrorano il muscolo cardiaco) sono ammalate o stenotiche (ristrette), il flusso di sangue è spesso ridotto con conseguente alterazioni della contrazione delle corrispondenti porzioni di miocardio. Quando il cuore viene sottoposto ad uno sforzo all’aumentare della sua intensità, la contrazione delle pareti tende ad aumentare. La contemporanea visualizzazione ecocardiografica permette di valutare sia l’aumento di contrattilità in zone immobili a riposo (miocardio vitale) sia la riduzione di contrattilità in zone irrorate da coronarie malate che, sempre a riposo, presentavano un normale movimento (miocardio ischemico). In pratica, quindi, con l’ecocardiogramma durante stress si evidenziano alterazioni della contrattilità dei segmenti cardiaci vascolarizzati da coronarie malate (Valutazione della vitalità e dell’ischemia inducibile). Queste anomalie delle contrazioni possono accompagnarsi a segni elettrocardiografici o a sensazione di dolore toracico, ma non raramente sono il primo e unico segno di sofferenza cardiaca.

Inoltre, l’ecostress fisico si presta alla valutazione anche di altre patologie come le malattie delle valvole cardiache (ad esempio la stenosi aortica, l’insufficienza aortica e l’insufficienza mitralica) in cui è utile avere informazioni sul grado di severità della patologia, sulla tolleranza allo sforzo fisico e sulla capacità di adattamento del cuore. Le informazioni ottenute dal medico possono avere un impatto sulla strategia di cura della specifica malattia valvolare.  

 

COME VIENE ESEGUITO?

Dopo la raccolta dell’anamnesi, il paziente è predisposto per il monitoraggio della pressione arteriosa e per l’elettrocardiogramma e viene fatto sdraiare su un lettino ecocardiografico che presenta una pedaliera all’estremità, dove è sottoposto a ecocardiogramma continuo. Prima di sottoporre il paziente ad uno sforzo fisico il cardiologo effettua un ecocolordoppler cardiaco a riposo acquisendo in tal modo delle immagini del cuore che consentono di ottenere una valutazione basale di riferimento. Il paziente viene poi invitato a pedalare ed a intervalli di tempo stabiliti viene aumentata la durezza dei pedali per incrementare progressivamente il carico di lavoro e quindi lo sforzo fisico. L’esame viene interrotto quando è terminato il protocollo previsto se non si sono sviluppate alterazioni ecocardiografiche, o sintomi, quali dolore al petto, difficoltà a respirare, palpitazioni, sudorazione, cefalea, senso di calore diffuso, senso di mancamento. In caso di variazione del quadro clinico e/o comparsa di reperti strumentali patologici l’esame viene interrotto precocemente e giudicato positivo.

 

QUALI PAZIENTI DEVONO SOTTOPORSI ALL’ECOSTRESS?

  • I pazienti con sospetta malattia coronarica per confermare la diagnosi e valutare la percentuale di muscolo cardiaco a rischio;
  • I pazienti con cardiopatia ischemica e grave riduzione della funzione cardiaca, per valutare se un intervento di rivascolarizzazione con bypass o angioplastica possa essere di beneficio;
  • I pazienti che si devono sottoporre ad un follow up in seguito a un trattamento alle coronarie (angioplastica o bypass);
  • I pazienti con valvulopatia in cui esistano dubbi riguardo alla gravità del vizio valvolare, per valutare il comportamento della valvola e del muscolo cardiaco durante sforzo.

 

CI SONO DELLE CONTROINDICAZIONI ALL’ECOSTRESS?

Controindicazioni assolute all’esecuzione dell’ecostress sono: infarto miocardio acuto, angina instabile, pericardite, miocardite, ipertensione arteriosa grave, aritmie ventricolari gravi, stenosi aortica grave, scompenso cardiocircolatorio.

Inoltre l’esame non è eseguibile dai pazienti che hanno difficoltà a deambulare e a pedalare.

 

SONO PREVISTE DELLE NORME DI PREPARAZIONE?

Per sottoporsi a questo accertamento occorre essere a digiuno da almeno 4 ore.  
Astenersi dall’assunzione di caffè e agrumi prima dell’esame.
Il soggetto deve avere il torace depilato e portare con sé abbigliamento comodo e sportivo da indossare per l’esecuzione del test (maglietta, pantaloni, scarpe da ginnastica).
Eventuali terapie farmacologiche già in uso vanno mantenute e possono essere sospese o modificate solo su indicazione preventiva del Medico Curante.

ECOCARDIOGRAMMA TRANSESOFAGEO

 

CHE COS’E’ L’ECOCARDIOGRAMMA TRANSESOFAGEO?

L’ecocardiogramma transesofageo o ecocolordoppler cardiaco transesofageo è un esame ecografico di secondo livello che permette lo studio morfologico e funzionale delle camere cardiache e delle valvole tramite l’introduzione di una sonda a ultrasuoni nell’esofago del paziente. 

L’esofago è una struttura molto vicina al cuore, infatti, tale metodica consente una visualizzazione più dettagliata delle varie strutture cardiache rispetto all’ecocardiogramma eseguito attraverso il torace. 

 

A CHE COSA SERVE E QUANDO VIENE RICHIESTO L’ECOCARDIOGRAMMA TRANSESOFAGEO?

L’ecocardiogramma transesofageo è uno strumento utile al cardiologo per avere una diagnosi precisa e indirizzare il paziente all’iter terapeutico più appropriato nei casi in cui l’ecocardiogramma transtoracico non abbia prodotto risultati soddisfacenti. Ciò accade nei seguenti casi:

  • pazienti con malattie polmonari (enfisema) o con grosse masse muscolari in quanto in tali casi la finestra acustica è di scadente qualità;
  • pazienti portatori di protesi metalliche che creano riverberi ed artefatti sull’immagine;
  • pazienti che devono essere sottoposti a cardioversione elettrica della fibrillazione atriale per escludere la presenza di coaguli nell’atrio sinistro che potrebbero essere “spinti” in periferia una volta che l’atrio riacquista la sua attività contrattile;
  • pazienti con malattia valvolare per valutare l’entità della valvulopatia ed in caso di intervento chirugico per pianificare la strategia di correzione della valvulopatia;
  • pazienti con sospetta patologia congenita come, ad esempio, il difetto interatriale o il forame ovale pervio;
  • pazienti con sospetta infezione di valvola cardiaca, di pacemaker o di protesi valvolare.

COME SI SVOLGE L’ECOCOLORDOPPLER CARDIACO TRANSESOFAGEO?

L’esame consiste nell’introduzione di una sonda a ultrasuoni nell’esofago del paziente.

I dati rilevati dalla sonda vengono elaborati da un software di ultima generazione e utilizzati per una ricostruzione tridimensionale delle immagini del cuore, che fornisce all’ecocardiografista la stessa visuale del chirurgo in sala operatoria, una sorta di “anatomia in movimento.

Per l’esecuzione, il paziente viene sistemato sul lettino sul fianco sinistro, collegato al monitoraggio di frequenza cardiaca ed ECG. Il medico procede all’introduzione della sonda nel canale orofaringeo, operazione che può risultare fastidiosa, ma che non ostacola la funzione respiratoria. Per ridurre la sensazione di disagio vengono utilizzati uno spray orale con anestetico locale o un leggero sedativo per via endovenosa. La rilevazione delle immagini con la sonda dura pochi minuti.

 

DURATA DELL’ESAME?

L’ecocardiogramma transesofageo ha una durata di circa 20-25 minuti.

 

NORME DI PREPARAZIONE DELL’ECOCARDIOGRAMMA TRANSESOFAGEO

Per prepararsi all’ecocardiogramma transesofageo occorre restare digiuni per almeno 6 ore. Il paziente dovrebbe essere accompagnato da qualcuno, perché l’esame può prevedere l’utilizzo di un leggero anestetico. In questo caso è consigliabile che il paziente aspetti almeno 30 minuti prima di lasciare il centro diagnostico.

 

CONTROINDICAZIONI DELL’ECOCARDIOGRAMMA TRANSESOFAGEO

Costituiscono controindicazioni all’esecuzione dell’ecocardiogramma transesofageo le patologie esofagee e soprattutto le varici esofagee.

Il paziente è comunque tenuto a comunicare al medico la presenza di eventuali: infezioni gravi, allergie a farmaci, glaucoma, malattie polmonari, precedenti interventi chirurgici nel tratto gastrointestinale, malattie del fegato, difficoltà a deglutire.

TILT TEST 

CHE COS’E’ IL TILT TEST?

Il Tilt Test o Head-Up Tilt Test è un esame diagnostico che consente di valutare il comportamento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca mentre il paziente è disteso su di un lettino basculante che passa rapidamente da una posizione orizzontale a una semi-verticale.

In queste condizioni, in un paziente predisposto, possono attivarsi delle reazioni mediate dalle fibre nervose presenti nel cuore che portano a una riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa e infine alla perdita di coscienza (sincope o svenimento).

I parametri del paziente vengono monitorati continuamente per tutta la durata dell’esame con un elettrocardiografo e un misuratore di pressione.

L’esame termina dopo il tempo di osservazione previsto (solitamente 40 minuti) o a seguito della comparsa del sintomo (svenimento).

 

QUANDO VIENE PRESCRITTO IL TILT TEST?

Il tilt test viene prescritto a pazienti con sincopi, di origine sconosciuta, nei quali gli esami di primo livello, in particolare l’Holter ECG, non hanno rivelato la causa della sincope. In genere viene effettuato nei pazienti in cui si sospetti che la sincope sia dovuta a un improvviso calo della pressione arteriosa o un improvviso rallentamento del battito cardiaco, causato da una anormale risposta dei riflessi che controllano la circolazione cardiaca.

 

COME SI ESEGUE L’HEAD-UP TILT TEST?

Il paziente viene posizionato e assicurato, grazie ad apposite fasce, su un lettino basculante.

Vengono applicati al paziente gli elettrodi per il monitoraggio della pressione arteriosadell’ECG, della frequenza respiratoria e della saturazione di ossigeno.

Il test si suddivide in particolare nelle seguenti fasi:

  1. La fase basale, in cui il lettino rimane in posizione orizzontale per circa 5 minuti, facendo quindi rimanere il paziente in posizione supina;
  2. La fase passiva, in cui il lettino viene inclinato di circa 60°, in modo che il paziente assuma una posizione semi-verticale che dovrà essere mantenuta per circa 20-30 minuti.
  3. Può essere prevista anche una terza fase, potenziata farmacologicamente, in cui al paziente in fase passiva viene somministrato un farmaco per innescare il riflesso sincopale.

Il tilt test è considerato positivo se viene provocata una sincope o comunque sintomi simili a quelli sperimentati in precedenza dal paziente, o si rilevano un abbassamento della pressione arteriosa o ad un rallentamento del battito cardiaco considerati significativi.

 

SONO PREVISTE NORME DI PREPARAZIONE?

L’esame viene eseguito a paziente digiuno da almeno 6 ore. È necessario che il paziente sia accompagnato da una persona in quanto è meglio evitare la guida dopo l’esecuzione dell’esame, particolarmente in caso di test positivo.

Prima dell’esecuzione dell’esame é importante comunicare, se presenti, eventuali stati morbosi coesistenti tra cui:

  • diabete mellito;
  • ipertrofia prostatica benigna;
  • glaucoma.

 

HOLTER ECG (HOLTER CARDIACO)

L’elettrocardiogramma dinamico secondo Holter, più brevemente denominato Holter ECG o Holter Cardiaco, è un esame che permette di osservare l’attività elettrica del cuore in un intervallo di tempo variabile tra le 24 e le 72 ore. Si basa sostanzialmente sugli stessi principi di un comune elettrocardiogramma che, viceversa, viene di solito eseguito in un tempo molto ridotto (da pochi secondi a qualche minuto). Le due tecniche (ECG ed ECG dinamico) differiscono solo per un diverso posizionamento degli elettrodi oltre che per il diverso periodo di osservazione dell’attività elettrica cardiaca.

COME SI EFFETTUA L’ HOLTER ECG

Il registratore utilizzato è un piccolo apparecchio, di dimensioni e peso molto contenuti che viene applicato alla cintura mediante un supporto. E’ silenzioso, non produce vibrazioni. E’ alimentato da una batteria stilo ed una memory card che registra le informazioni rilevate. L’acquisizione dei dati avviene attraverso un cavo che, collegato all’apparecchio, recepisce gli impulsi elettrici del cuore mediante elettrodi incollati sul torace del paziente. A tal proposito, può esservi la necessità di depilare il paziente di sesso maschile. Prima di applicare gli elettrodi il personale sanitario pratica la pulizia della cute con alcol e leggera carta abrasiva onde migliorare la qualità dei segnali. Gli elettrodi sono 5. Uno posizionato sotto al giugulo, uno sulla scapola destra, uno in regione sottomammaria destra e due in regione sottomammaria sinistra. Terminata la registrazione, lo strumento viene “smontato” e la memory card inserita in un lettore. Mediante un software dedicato, si analizza il tracciato memorizzato. Il cardiologo predisporrà il referto descrivendo il tracciato registrato con una stampa del medesimo specie in caso di tracce anomale ed una risposta conclusiva che valuti anche le segnalazioni del paziente di sintomi insorti durante l’esame.


PERCHE’ EFFETTUARE UN HOLTER ECG?

L’ECG dinamico secondo Holter viene di solito richiesto per le seguenti motivazioni:

  • Valutare il ritmo cardiaco: permette di verificare se, nel tempo, viene mantenuto un regolare ritmo sinusale, se sono presenti extrasistoli, se si tratta di extrasistoli atriali o ventricolari e, se presenti, valutarne il numero, la ripetitività ed altre particolari loro caratteristiche. Consente inoltre di escludere altre aritmie più o meno gravi presenti in modo incostante;
  • Valutare un’eventuale cardiopatia ischemica non conosciuta: l’Holter ECG serve a verificare se, in coincidenza con un particolare dolore toracico, occasionale o prevedibile, si realizzi un’alterazione del tracciato elettrocardiografico che possa essere indicativa di una coronaropatia non diagnosticata;
  • Verificare la costanza della conduzione dello stimolo elettrico nel tessuto cardiaco: fermo restando quanto verificato in un elettrocardiogramma a riposo, talvolta durante l’esame, varia il tempo in cui lo stimolo elettrico percorre la strada programmata per indurre la contrazione del cuore. Se nelle 24 – 48 ore dell’esame si verificasse una simile alterazione, ciò potrebbe spiegare alcuni particolari sintomi clinici;
  • Cercare di interpretare una perdita di coscienza: una caduta a terra potrebbe essere dovuta ad improvvisi problemi cardiaci talora svelabili attraverso l’osservazione più prolungata del tracciato ECG.

Durata dell’esame:
La durata dell’esame è variabile tra 24 e 72 ore.

Preparazione all’esame:
Durante la registrazione dell’holter cardiaco il paziente deve eseguire la sua attività quotidiana senza limitazioni, ponendo solo cura al fatto che le piastrine non si stacchino dalla pelle per movimenti eccessivi.

HOLTER PRESSORIO

Il monitoraggio dinamico della pressione arteriosa detto anche Holter Pressorio è un esame non invasivo che consente di registrare la pressione arteriosa continuativamente per 24 ore.
L’Holter pressorio viene effettuato mediante un apparecchio poco più grande di una cellulare (Registratore), che si porta legato ad una cintura in vita a cui si collega con un filo un bracciale che viene avvolto attorno al braccio del soggetto. Il Registratore memorizza tutte le misurazioni della Pressione Arteriosa generalmente rilevate ogni 15 minuti di giorno ed ogni 30 minuti di notte.

QUANDO E’ INDICATO L’ HOLTER PRESSORIO?

L’Holter pressorio è indicato nelle seguenti situazioni:

  • Per diagnosticare se vi è ipertensione arteriosa e di che grado si tratta;
  • Prima di iniziare una terapia farmacologia;
  • Per verificare se la terapia che si sta assumendo sia congrua e se il paziente sia in fase di compenso con il trattamento farmacologico;
  • Per svelare quella classe di pazienti affetti da “Ipertensione da camice bianco” (Si tratta di quelle persone facilmente emozionabili, che di fronte al “camice bianco” del medico hanno sbalzi pressori, ma che a casa hanno una pressione normale);
  • Nei pazienti che hanno una ipertensione arteriosa instabile (in cui cioè i valori della pressione arteriosa variano molto da un momento all’altro);
  • Per controllare quei soggetti che, pur avendo la pressione arteriosa normale, durante il giorno accusano sintomi che possano far pensare ad improvvisi aumenti o diminuzioni della pressione (vertigini, sbandamenti, vampate, sudore freddo, senso di svenimento, “testa vuota”, sanguinamento dal naso ecc).

Durata dell’esame:
La durata dell’esame è 24h

Preparazione all’esame:
Durante il monitoraggio pressorio delle 24h il paziente deve eseguire la sua normale attività quotidiana, limitando a zero i movimenti durante le misurazioni.

CHECK-UP CARDIOLOGICO

Il check-up è un servizio rivolto a tutti coloro che vogliono sottoporsi ad un’analisi del proprio stato di salute per prevenire l’insorgere di malattie cardiovascolari che, attraverso una diagnosi precoce, possono essere curate con maggiore efficienza ed efficacia. La qualità del servizio è basata sull’eccellenza delle prestazioni mediche, sulla rapidità e sul rispetto della privacy degli utenti.
Il check-up viene eseguito in una sola seduta e prevede, a seconda del tipo di check-up scelto, lo studio del sistema cardiaco e/o vascolare.

CHECK-UP CUORE

Il check-up cuore è dedicato a chi desidera avere un quadro generale della propria situazione cardiologica; consente di rilevare i fattori di rischio cardiovascolari, l’eventuale presenza di soffi cardiaci, la caratterizzazione iniziale delle aritmie; si associa alla visione diretta del proprio cuore, valutando la morfologia delle camere cardiache, il movimento dei ventricoli, la presenza di insufficienze valvolari o di versamento pericardico.

Il check-up prevede:

  • visita cardiologica
  • elettrocardiogramma
  • ecocolor-Doppler cardiaco

CHECK-UP CARDIOVASCOLARE

Il check-up cardiovascolare è dedicato a chi desidera avere una visione più completa del proprio apparato cardiovascolare; permette, infatti, di visionare direttamente lo stato dei vasi che dall’aorta ascendente arrivano al sistema cerebrale (tronchi sovraortici), valutando la presenza di placche e di stenosi, oltre alla situazione cardiologica generale.


Il check-up prevede:

  • visita cardiologica
  • ECG
  • Ecocolor-Doppler cardiaco
  • ecocolor-Doppler dei tronchi sovraortici (T.S.A.)

CHECK-UP CARDIOVASCOLARE GLOBALE

Il check-up cardiovascolare globale è dedicato a chi desidera un quadro completo della propria situazione cardiologica e vascolare; permette, infatti, di valutare direttamente lo stato delle proprie arterie carotidi e delle arterie degli arti inferiori, oltre alla situazione cardiologica generale.

Il check-up pre­vede:
  • visita cardiologica
  • elettrocardiogramma
  • ecocolor-Doppler cardiaco
  • ecocolor-Doppler dei tronchi sovraortici (T.S.A.)
  • ecocolor-Doppler arterioso degli arti inferiori

CHECK-UP ROSA (GRAVIDANZA)

Il check-up rosa è dedicato alle donne che sono in “dolce attesa”, permette di valutare lo stato cardiologico materno generale, evidenziando i fattori di rischio cardio-vascolari della futura mamma, con particolare attenzione alla pressione arteriosa;

Il check-up pre­vede:

  • visita cardiologica
  • elettrocardiogramma
  • ecocolor-Doppler cardiaco
  • Holter pressorio delle 24 ore

CHECK-UP ARITMOLOGICO

Il check-up aritmologico è dedicato ai pazienti con palpitazioni, tachicardie ed aritmie in generale; permette la valutazione dell’eventuale presenza di fenomeni aritmici e la loro caratterizzazione clinica, permettendo una diagnosi precoce e l’eventuale istituzione di terapie ad hoc.


Il check-up pre­vede:

  • visita cardiologica
  • elettrocardiogramma
  • ECG ad alta risoluzione con ricerca dei potenziali tardivi
  • Holter ECG delle 24 ore

CHECK-UP IPERTENSIONE

Il check-up ipertensione è dedicato ai pazienti con riscontro di valori pressori elevati o che sono già in terapia farmacologica. Permette di valutare lo stato del cuore, la correttezza della terapia medica e la presenza di ulteriori fattori di rischio cardiovascolari.

Il check-up pre­vede:

  • visita cardiologica
  • elettrocardiogramma
  • ecocolor-Doppler cardiaco
  • Holter pressorio delle 24 ore

CHECK-UP CARDIOPATIA ISCHEMICA

Il check-up cardiopatia ischemica è dedicato ai pazienti con dolore al petto, ai pazienti che già hanno avuto in passato fenomeni ischemici o infartuali, e permette di valutare la risposta del proprio cuore e della propria pressione arteriosa all’esercizio fisico.


Il check-up pre­vede:

  • visita cardiologica
  • elettrocardiogramma
  • elettrocardiogramma da sforzo

CHECK-UP CARDIOVASCOLARE COMPLETO

Il check-up cardiovascolare completo è dedicato al paziente che vuole controllare il proprio apparato cardiovascolare da ogni punto di vista; permette, infatti, di evidenziare i fattori di rischio specifici, valutare la presenza di aritmie, verificare la contrattilità del proprio cuore e la risposta all’esercizio fisico, visionare direttamente lo stato delle arterie carotidi e delle arterie degli arti inferiori, monitorando nelle 24 ore il proprio elettrocaradiogramma o la propria pressione.


Il check-up pre­vede:

  • visita cardiologica
  • elettrocardiogramma
  • ecocolor-Doppler cardiaco
  • elettrocardiogramma da sforzo
  • ecocolor-Doppler dei tronchi sovraortici (TSA)
  • ecocolor-Doppler arterioso e venoso degli arti inferiori
  • Holter ECG o Holter pressorio 

CHECK-UP CARDIOLOGICO PEDIATRICO

La valutazione cardiologica pediatrica di base prevede le seguenti prestazioni:

– visita cardiologica pediatrica;

elettrocardiogramma; 

– ecocolor-Doppler cardiaco pediatrico;

pediatrica
L’obiettivo di tali indagini è quello di fornire al pediatra curante un supporto diagnostico, spesso articolato su un dinamico e ripetuto interscambio di informazioni cliniche mirate ad individuare le principali condizioni cardiologiche a rischio. Infine, non ultimo, la valutazione cardiologica per l’attività ludico-sportiva nel bambino dove la valutazione del soffio detto “innocente” è fondamentale per la sua sicurezza.

PREVENZIONE PER LO SPORTIVO

Quando si pratica poca attività fisica o non si è allenati e poi, improvvisamente, si inizia a svolgere movimento, il cuore può risentirne negativamente: é il monito costante degli esperti. Questo perché l’esercizio fisico, soprattutto se di entità significativa, comporta un rischio se praticato da persone affette da malattie cardiache occulte. È dunque importante ridurre tale rischio ed individuare tempestivamente eventuali malattie cardiovascolari non note che espongono ad un rischio aumentato di problemi.

CHECK-UP CARDIOLOGICO PER ATLETI

E’ un accertamento di secondo livello volto a garantire ad uno sportivo (già certificato da idoneo centro specialistico) di poter praticare l’attività sportiva preferita in tutta sicurezza.
Il check-up cardiologico comprende:

  • Visita cardiologica 
  • ECG
  • Ecocolor-Doppler cardiaco
  • ECG da sforzo 

Lo sportivo viene seguito in tutto il percorso diagnostico da un unico professionista con esperienza in cardiologia sportiva. Il medico si occupa anche della lettura dei risultati degli esami e, se necessario, completa le indagini con ulteriori esami di approfondimento.

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